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serie c: specchio del disastro del calcio italiano

esclusioni evitate in extremis ma ancora possibili, società che non riescono a pagare nemmeno le utenze e classifiche piene zeppe di meno: inutile parlare di champions se il calcio vero è clinicamente morto da anni.

siamo sempre lì, ogni tre mesi, a commentare di numerose società professionistiche italiane che saltano i pagamenti di stipendi e contributi e si regalano penalizzazioni che abbelliscono le classifiche.

in questi giorni turris, taranto, lucchese, messina e pro vercelli, con le prime due che rischiano già ora l'esclusione dal campionato per i ripetuti mancati pagamenti, ieri l'ancona, l'altro ieri la viterbese (e potremmo veramente andare all'infinito).

gravina alla sua rielezione parla di riforme (dobbiamo vedere quali, dato che i problemi sono sempre gli stessi e lui è presidente da 7 anni...), il presidente della serie c matteo marani parla di criteri di iscrizione più stringenti e di richiesta di aiuto al governo per le verifiche sui passaggi di proprietà (ad occhio e croce, appello che rimarrà inascoltato, ma vediamo): l'unica cosa che vediamo oggi è il campionato-farsa che milioni di italiani guardano settimanalmente, campionato che, secondo noi, dovrebbe essere di interesse supremo per il sistema-calcio italiano. la serie c, infatti, è il campionato professionistico che arriva al popolo, che arriva nei piccoli comuni italiani, che dovrebbe dare un sogno a tutti i giovani che amano giocare a calcio e ai cittadini che vorrebbero vedere la squadra della loro cittadina scalare le classifiche e arrivare a competere con le grandi (ricordate inter-trapani di coppa italia?)

purtroppo niente di tutto questo: i decisori calcistici se ne fregano perché sentono potere e vedono i danari (per loro stessi in prima battuta) dalle grandi squadre della serie a, il governo non si fa problemi a lasciare 60 squadre professionistiche in un pantano di debiti, magheggi e impicci, i calciofili si dimenticano delle squadre del proprio territorio e preferiscono concentrarsi unicamente sulle ricche e vincenti squadre del nord.

si risolverà mai? francamente non vediamo la luce infondo al tunnel; ci piacerebbe un ritorno alla divisione serie c1 a girone unico e serie c2 a due gironi, così da creare quantomeno campionati più competitivi e una maggiore discriminante per la salita di categoria, ma è solo una parte di risoluzione del problema. gravina, marani, abodi, meloni (chi più ne ha più ne metta), concentratevi su questo calcio, perché se scompare questo scompare anche quello che a voi tanto piace: se la base non è solida, la piramide non regge.

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